giovedì 14 novembre 2013

Smart cheeeeee?

Lucca:  gli alberi sulla Torre Giunigi

Una volta di smart c'erano solo le caramelle. Ve le ricordate le Smarties, dolcetti di cioccolato ricoperti di zucchero dalle dimensioni un bottone. Coloratissime, erano un inno alla pop art  e lo stesso  Andy Warhol  schiattava d'invidia per la brillantezza  del rosso cocciniglia serie  E124   ritirato dal commercio prima che lo potesse pittare sulla stampa della sua Campbell's Soup Cans. 




Che tempi fantastici, quando con  pochi spiccioli, ancora in lire, mi ingollavo di pastigliette prive di ambizioni intellettuali, che soddisfacevano il palato e innalzavano l'indice glicemico anche di un infante in fase di svezzamento. Ma chi se ne fregava. Con quel nome esistevano solo loro e ce le pappavamo direttamente dalla confezione, un tubo di cartone con gli stessi colori delle deliziose caramelle. 

Poi è arrivata un'automobile lunga tanto quanto larga che potevi posteggiare anche di lato, salvo poi dover rispolverare il codice della strada che vieta il parking in un senso diverso da quello marcia. Tiè! Anche lei era Smart.

Hanno dato un valido contributo internet e la finanza ad arricchire,  nell'improbabile caso ce ne fosse stato bisogno,  di parole inglesi in nostro italico eloquio quotidiano. Così dalla bocca di imprenditori, studenti e falegnami, è tutto un fiorire shortare,  swicciare, splittare e altri ibridi linguistici usati così a sproposito da far arrossire anche il correttore del computer, che di solito si incazza per espressioni desuete, non per qualche anglicismo. Quello è ben radicato nella sua routine, pardon, procedura.

Ma si sa che quando una parola conquista un podio spopola non solo tra gli adolescenti superstiti da assordanti rave, ma anche tra attempati giornalisti e politici di fresco seggio. 
Ed ecco a voi che la parolina diventa la principessa di comunicati stampa e  articoli di cronaca bianca e fa il suo ingresso in pompa magna nei redazionali pagati dalle amministrazioni pubbliche. 
Ed è tutto uno smart. Ci son le smart card, le smart city e anche mezzi pubblici possono essere smart, ma mai e poi mai avrei potuto immaginare che anche un albero potesse diventare smart.
Come, non ci credete? Allora leggetevi il pezzo di comunicato stampa riportato qui sotto, è l'invito alla conferenza stampa per celebrazione la giornata dell'albero: 

"... L’assessore all’Innovazione e all’Ambiente Enzo Lavolta presenterà ufficialmente il progetto Smart Tree della Città di Torino: un progetto innovativo e ambizioso che ha l’obiettivo di sensibilizzare i privati (cittadini, enti e aziende) affinché partecipino attivamente alle azioni di forestazione urbana della propria città, contribuendo così al miglioramento della qualità ambientale del contesto urbano.

Allo smart tree prudono le foglie

martedì 12 novembre 2013

Legge di stabilità

L'avevo giurato a me stessa... di fronte allo specchio e con la mano destra sul Vangelo, ho pur sempre una formazione cattolica, non è che possa giurare sulla Bibbia come nei tribunali americani nella serie "Law & Order", mi ero detta che non ne avrei più parlato. Invece no. Il nuovo assetto Urp, un cuore fragile e un'inveterata vocazione all'oblatività,   mi  risucchiano verso lo sportello ad accogliere utenti.

Così stamattina ho preso scudo e  lancia e  sono scesa ad affrontare una nomade incazzata perché vuole trasformasi in stanziale e noi non glielo permettiamo. Ha giurato di darsi fuoco,  ma di fronte alla mia insensibilità è tornata sui suoi passi e si è goduta l’aria condizionata  mentre io brigavo al telefono con il suo assistente sociale. Manipolativa. 

Poi è arrivato un utente  arrabbiato e mi ha sbattuto sulla scrivania una lettera e, inveendomi contro, mi  ha così apostrofato: “Che devo farne di questa?” 

Superata la sorpresa chiedo cauta:  “Scusi, ma quando è arrivata?”
"Il 5 marzo.”  Tempestivo.

Legge di (in)stabilità 

mercoledì 6 novembre 2013

Seo per Casanova 2.0

  



Ci mancava solo internet a rendere impossibili i rapporti umani, come se il telefono in bachelite non fosse già stato un valido alleato dell'accidia maschile. Ma devo confermare che il web, come tutti sostengono, offre delle potenzialità ancora inesplorate.

Perciò se avete incontrato uno che vi ha stregato con un sorriso da canaglia,  che dà prova di sagacia oggettivamente fuori dal comune per il genere maschile, ed è misterioso quanto basta per farvi contorcere le budella, non  sposato e, soprattutto, se non l'avete tirato giù dall'affollatissimo carro delle Drag Queen  all'ultimo Gay Pride, forse avete verosimilmente sperato in una relazione "pari requisiti".

Per carità niente di serio come matrimoni o convivenze con patti di futura rendita,  solo un intermittente shakeraggio di estrogeni e testosterone, destinato alla frequentazione part time e a tempo determinato. Insomma, quello che una volta si chiamava fidanzamento.

O almeno così avevate capito. E anche lui lo voleva.

Ma una molla vi deve pur scattare in quella testolina se avete superato gli anta e vi è capitata cotanta fortuna.

Perché statene certe, se a questa età non se l'è preso nessuna, un motivo ci sarà pure: lui è un accidioso laureato.

E lo scoprirete dopo il ventisettesimo sms arguto, preceduto e seguito da altri sms di sole faccine sorridenti o con l'occhiolino, al quale siete costrette a rispondere a tono senza che il figuro si materializzi in alcun modo. Oppure dopo avervi ripetutamente invitato ad uscire per poi trovare una scusa a poche ore dalla sortita.
Sappiate che il signore in questione si è conquistato a buon diritto il poco ambito titolo di "uomo senza quantità", variante contemporanea dell'esteta perditempo di antica memoria, tutto parole o zero fatti. Una sorta di onanista del terzo millennio che trae soddisfazione narcisistica dalla convinzione di avervi conquistata, anche se non ci avete fatto niente.

Solo che oggi, anziché tentare di imbonirvi con lunghe telefonate, usa  i messaggini. A strafottere. Poi con l'avvento di WhatsApp o altra diavoleria gratuita per iPhone o Android, che permette l'invio massivo e soprattutto gratuito di minuscoli testi, non c'è spendig review che possa trattenerli.

E non stiamo parlando di under 20 o 30, qui parliamo di capelli grigi, quando ci sono, e di andropausa incombente.

Perciò cari uomini, non riempitemi la memoria del iPhone con punti esclamativi e interrogativi se al quinto "Come stai? Bene I suppose :)" non vi rispondo. Già grazie che non vi sfanculo.
Evitate anche di replicare il modello su Facebook o su tutti gli altri social da voi frequentati.

Se volete conquistarmi veramente, invitatemi ad uscire con una più  tradizionale telefonata, anche registrata, va bene lo stesso, basta che non sia un sms e poi  mandatemi un fascio di fiori. Veri per favore.
Gli emoticon teneteli per vostra figlia. Grazie.