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giovedì 8 agosto 2013

Se mi freghi non vale

Diciamolo. Non si può mica fregare un italiano. Se non altro per l'atavica consuetudine a fottere il prossimo coltivata con lodevole pervicacia negli anni sessanta quando i turisti calavano a frotte nel bel paese e tornavano a casa i mutande dopo un mese sulla costa romagnola o a Roma. Però contenti per aver comprato il Colosseo.

Perciò doveva aspettarsela una qualche violenta reazione l'omino del cambio con botteghino a Nesēbar, delizioso paese sul mar Nero in Bulgaria, che ha pensato bene di esporre un cartello ingannevole per il cambio di euro in moneta locale, e si è trovato di fronte due bruti poliglotti e multiboxing born in Italy.
Invece lui no. Come se niente fosse ha sfidato la sorte.

E la reazione è arrivata sotto forma di urla, minacce e tirate di bavero se non avesse restituito gli euro che aveva sotto il banco e per il quale voleva una stecca del 2 per cento non dichiarata. In un attimo l'atmosfera si è scaldata, ben di più della calura che avvolgeva la cittadina e il poverino si è trovato a sgambettare a 20 centimetri da terra tenuto da un montagna d'uomo di 123 kg, che di solito è un pezzo di pane, ma quando cercano di fotterlo si arrabbia molto. Io, quando ho visto la mala parata, mi sono ricordata di aver trascorso la mia adolescenza a Mirafiori e mi sono buttata nella mischia, tanto per cissare la marmaglia, mentre il biellese gli sventolava un pugno chiuso sulla faccia e il compagno di Bolzano lo chiamava ladro, che in tedesco suona molto più dispregiativo. O quasi. Fuori gli altri aspettavano e stigmatizzavano l'accaduto, mentre alcuni, come sempre non si sono accorti di nulla. Tra costoro spiccava gonnellino a fiori, che  in stato di totale estraneità, chiedeva a perché fossimo ancora lì.

Adesso volete sapere qual é il cambiavalute incriminato? Quello che si affaccia sulla destra della porta centrale.

Bifidus bulgaricus

Va bene. Nei viaggi la regolarità intestinale é un argomento di conversazione al pari della professione svolta o delle gesta della starlette del momento.

Ora io non so quale alchimia spinge due sconosciuti a pubblicizzare i report delle ritirate, che se si chiamano così vuol dire che il nomenclatore si è fatto parte diligente attribuendo a un'attività riservata un nome di grande rappresentanza, ma tant'è.

Perciò in questa scorribanda nei Balcani, da Sofia a Kornobat, ho dovuto sopportare il coprobollettino quotidiano di almeno 14 dei sedici partecipanti. E, soprattutto,  é proprio necessario l'annuncio ad alta voce dell'avvenuto deposito anche se si è trattata di un'operazione di routine?
Passi che si tengano informati i partecipanti delle anomalie, che so, consistenza, colore, frequenza e,  diciamolo pure, anche l'odore, che nella patologia scatologica, rappresenta un indicatore, per quando soggettivo, estremamente rilevante per l'anamnesi, ma la regolarità è una notizia?