Se la pioggia che ha
battuto la città tutta la notte e pure la mattinata non mi avesse
indotto a poltrire a letto, forse non mi sarei stupita così per le molte e
mail che intasavano la mia casella di posta elettronica al mio
arrivo.
Certo, alle 8 del
mattino il dirigente spammista non avrebbe potuto molestarmi con i suoi lanci d’agenzia via Outlook.
E invece alle 10.30 e mail e allegati variegati erano tutti lì a fare capolino sull'icona della casella.
Lui mi aveva spedito - direttamente o solo per conoscenza - in ordine:
- la richiesta di una collega di tornare in part time dal 1 settembre: come darle torto, non di solo pane vive l’uomo;
- l’invio massivo dei moduli scannarizzati per richiedere la social card: una inutile carta destinata a chi non ha niente, neanche la forza per fare domanda per ottenerla, la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo;
- la foto di un bollettino di pagamento effettuato da uno studio privato (anche un pochino riservato) diffuso tramite posta interna a tutto il personale di tre differenti servizi, escluso quello interessato, quel che si dice "Sbagliare bersaglio".
Chiedetemi
se voglio andare in pensione.